PUBBLICO IMPIEGO & ART.18

Roma -

La Cassazione con la sentenza 11868 del 2016 ha ribadito che per il pubblico impiego si applica l’articolo 18 vecchia maniera, quello scritto originariamente nello statuto dei lavoratori legge 300/70, e non quello riformulato dalla Fornero con la legge 92/2012.

La Corte Suprema, analizzando un caso di licenziamento di un dipendente del Ministero delle Infrastrutture, ha stabilito che il nuovo regime delle tutele in caso di licenziamento illegittimo non può essere applicato ai rapporti di lavoro disciplinati nell’art. 2 del d.lgs  n.165 del 2001, Testo Unico sul   Pubblico impiego.

In particolare nella sentenza si sottolinea che fino ad un nuovo intervento normativo, demandato al Ministro della Funzione Pubblica, di armonizzazione delle tutele in caso di licenziamento, non si estendono ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni le modifiche apportate all’art.18 dello Statuto del lavoratori.

Secondo i giudici le modifiche non sono applicabili al Pubblico Impiego perché tengono conto unicamente delle esigenze proprie dell’impresa privata, e perché nella sua nuova formulazione, come modificato dalla legge n. 92 del 2012, introducono una modulazione delle sanzioni con riferimento ad ipotesi di illegittimità pensate in relazione al solo lavoro privato.

La Corte conclude auspicandosi che nella nuova riformulazione delle tutele, il legislatore ponderi interessi diversi da quelli compiuti per l’impiego privato, ricordando che nel settore pubblico il potere di risolvere il rapporto di lavoro è circondato da garanzie e limiti che sono posti soprattutto a protezione di interessi più generali collettivi, e che l’art.97 della Costituzione impone di assicurare il buon andamento e l’imparzialità della amministrazione pubblica.

Questa sentenza ribadisce un principio sacrosanto sempre sostenuto dall' USB:  nel pubblico impiego i lavoratori sono garanti e rispondono agli interessi dei cittadini e non a quelli di un padrone e dei suoi profitti.

Per l’Unione Sindacale di Base nel Pubblico Impiego servono assunzioni e non licenziamenti.

Da tempo proponiamo di rilanciare l’occupazione pubblica, per rilanciare il servizio pubblico, per assicurare lavoro ai giovani a cominciare dalla stabilizzazione di tutti i precari della Pubblica Amministrazione, per rilanciare l’economia.

Nel pubblico impiego si deve tornare ad assumere in modo massiccio e non accanirsi sull’inasprimento delle norme per poter licenziare con più facilità.

 

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