QUANDO LE DONNE NON CONTANO

Benevento -

La situazione politica in cui versa l'Italia è davvero grave. Un potere arrogante che difende se stesso senza esclusione di colpi sta facendo precipitare tutti noi in un baratro dal quale riusciremo ad uscire soltanto unendo le forze e connettendo le lotte.


La condizione in cui versiamo ci rende vulnerabili e pronti a subire o, peggio, accettare imposizioni travestite da opportunità.


Nella vita reale, chi è più penalizzato da questo stato di cose è senza dubbio la donna la quale, per il ruolo sociale assegnatole, ha un carico di lavoro nettamente superiore a quello dell'uomo.


Nel nostro paese, l'assistenza ai disabili è garantita soprattutto dalle donne; il 77% del lavoro domestico è a carico delle donne; il 60% delle donne riduce il proprio orario di lavoro per potersi prendere cura dei figli minori; il 20 % delle lavoratrici lascia il lavoro alla nascita di un figlio.


Nel Comparto Scuola l'85% della forza lavoro è costituito da donne ma solo il 42% dei dirigenti scolastici è donna, stesso andamento in tutto il pubblico impiego.

Le retribuzioni delle donne calano fino al 23% rispetto a quelle degli uomini per tante e diverse cause: part-time, anzianità di servizio, malattie dei famigliari, straordinari e progressioni di carriera. E troppe di noi vivono la precarietà come condizione permanente.


Dividersi tra famiglia è lavoro è la prassi ma un po' alla volta la donna sta perdendo diritti e servizi che fino ad ora le hanno permesso di andare avanti.


La politica negli ultimi decenni è stata tutta finalizzata a mantenere questo divario, dall'aumento dell'età pensionabile a 65 anni, all'ultima proposta del Governo: contratti di inserimento per le donne del sud (con salari ancora più bassi e quasi senza contributi pensionistici, lo stesso meccanismo che ha portato alla fame i precari di tutta Italia).

Tutte le privatizzazioni dei servizi a cominciare dall'istruzione, ci rendono la vita più difficile: sempre più sfruttate o espulse dal mondo del lavoro, rinchiuse a casa a badare alla famiglia sempre più abbandonata.

Politica senza colore e di tutti i Governi che si sono succeduti.


L'USB è fermamente convinta che questo attacco contro le lavoratrici vada fermato.

E' anche convinta che la solidarietà “pelosa” di chi si ricorda delle donne solo in procinto delle elezioni, o peggio la filosofia di vita delle ragazze dei festini e degli uomini -padri o fidanzati- nello squallore della corruzione: sono le coerenti manifestazioni del dominio assoluto del mercato capitalistico che mercifica ogni sfera della vita umana, compresa la dignità di uomini e donne.

Le donne hanno saputo conquistare diritti per loro e la società tutta, sappiamo come si fa

Riprendiamoci il diritto di contare

Occupiamoci di noi

Organizziamo la nostra lotta nell'Unione Sindacale di Base

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