Sciopero generale del 20 giugno: disarmiamo Leonardo Spa. Contro la guerra, contro il riarmo, contro la complicità con il genocidio
Nella giornata dello sciopero generale proclamato da USB per il salario e contro il riarmo, si sono svolti presìdi partecipati davanti agli stabilimenti e alle sedi di Leonardo Spa a Roma, Napoli, Torino, Firenze e Catania.
Una mobilitazione che ha voluto denunciare non solo il ruolo di Leonardo Spa all’interno della filiera bellica globale, ma anche e soprattutto la scelta politica del Governo italiano di sostenere la corsa al riarmo europeo e la complicità con il genocidio del popolo palestinese.
Oggi, mentre Gaza viene devastata dai bombardamenti israeliani, mentre interi quartieri vengono rasi al suolo, mentre decine di migliaia di civili muoiono sotto le bombe, l’Italia continua a vendere armi a Israele, a mantenere intatti i legami economici, militari e strategici, a fare affari con chi sta sterminando un popolo. Leonardo Spa, controllata in buona parte dallo Stato, è parte attiva di questa filiera della morte. Lo è per le forniture dirette, per la tecnologia, per i rapporti consolidati, per la centralità nel modello produttivo italiano legato alla guerra.
Ma la guerra e il riarmo non sono solo una questione estera: sono anche una scelta del nostro paese. Ogni euro che viene speso per un caccia, è un euro tolto alla sanità, alla scuola, ai trasporti, ai salari, alla vita. Il riarmo è la nuova austerità. E la militarizzazione dell’economia è la nuova frontiera della precarizzazione sociale.
Per questo abbiamo scioperato oggi: per il salario, per i diritti, per la pace. E contro un modello che affama il lavoro mentre ingrassa i mercanti di morte.
Contro un’economia che produce guerra, precarietà e povertà.
USB rilancia una piattaforma sindacale e politica che parla a tutto il mondo del lavoro: disarmo, giustizia sociale, e intervento pubblico nell'economia per un modello di sviluppo economico più giusto.
Chiediamo una riconversione industriale al servizio dei bisogni collettivi, ma chiediamo anche un cambio radicale delle priorità di questo Paese. Basta con i miliardi alle armi e alle guerre: servono risorse per i salari, per i servizi pubblici, per affrontare le disuguaglianze e costruire un futuro degno.
I presidi di oggi davanti a Leonardo sono stati un primo passo, una denuncia pubblica:
l’Italia è parte della macchina di guerra. Ma nel nostro Paese c’è anche chi non ci sta e oggi lo abbiamo dimostrato e lo dimostreremo anche domani nella grande manifestazione nazionale che si terrà a Roma con partenza ore 14.00 da Piazza Vittorio.
Unione Sindacale di Base