Sciopero Nazionale Generale: Il 9 novembre sciopero del sindacalismo di base

Potenza -

Anche a Potenza manifestazione con presidi: Uno alle ore 9,30 davanti alla sede della Regiona Basilicata e l'altro alle ore 11,30 in Piazza Prefettura

Comunicato Stampa

 

Si svolgeranno anche a Potenza insieme ad altre 24 città italiane manifestazioni in occasione dello sciopero nazionale generale indetto per il 9 novembre dalla CUB, la Confederazione COBAS e altre sigle del sindacalismo di Base. In Basilicata lo sciopero sarà caratterizzato anche contro i licenziamenti arbitrari effettuati dalla SATA nei confronti di alcuni rappresentanti sindacali.

Allo sciopero in regione parteciperanno lavoratori del Pubblico Impiego, metalmeccanici, dei servizi, precari, disoccupati. E’ attesa in queste ore l’adesione di movimenti politici e studenteschi.

Un presidio a partire dalle ore 9,30 sarà effettuato in via Anzio, sotto la regione. E’ stata avanzata una richiesta di incontro al presidente della Giunta oltre che per un confronto complessivo sui temi della precarietà, della sicurezza, della formazione, anche per un immediato intervento della giunta a favore dei rapporti precari in essere presso gli enti locali e sanitari della regione, che necessitano di un sostegno finanziario per consentire la stabilizzazione o almeno il proseguimento delle attività, considerato che la nuova finanziaria non consente più il ricorso a forme di lavoro precario e si corre il rischio di eliminare il problema del lavoro precario della Pubblica amministrazione eliminando direttamente i precari, come ha cominciato a fare, ad esempio, il comune di Ruoti che dopo tredici anni di utilizzazione prima come LSU, poi come Co.Co.CO., ha mandato a casa i lavoratori perché non ha soldi.

Dalle ore 11,30 un presidio sarà fatto anche in piazza Mario Pagano, probabilmente con un incontro col Prefetto.

Primo punto della piattaforma a base dello sciopero il protocollo sul welfare, che mantiene la scelta di fondo della precarietà senza intaccare le leggi Treu e 30; detassa gli straordinari, ostacolando ulteriormente la stabilizzazione dei lavoratori precari; aumenta l’età pensionabile e mette un tetto economico al pensionamento dei lavoratori usurati, dando alle pensioni più basse una mancia già erosa dall’inflazione.

Segue poi la critica alla Finanziaria, che non affronta la redistribuizione del reddito e la precarietà, non prevede i fondi per i rinnovi contrattuali ed intanto aumenta le spese militari e il sostegno alle imprese.

                                                                                      La Coordinatrice regionale RdB/CUB

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