Scuola, la pazienza è finita: no ai concorsi farsa per l’assunzione dei precari. USB lancia la mobilitazione
Ieri, in perfetta solitudine, schivando ogni confronto con parti sociali e lavoratori, ignorando il parere del CSPI e chi, pubblicamente suggerisce soluzioni concrete per uno dei problemi più gravi e urgenti della scuola - il precariato ormai strutturale - il ministro ha deciso di procedere con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del primo decreto che dà il via alle procedure concorsuali per docenti.
Questa la risposta all’impegno dei lavoratori della scuola italiani, di ruolo e precari, che in questi mesi hanno continuato a tenere vivo il rapporto con i propri studenti, nella situazione di estrema difficoltà creatasi, andando ben oltre i loro vincoli contrattuali. Un impegno certo non supportato da direttive ministeriali sempre vaghe e fumose, decisamente non all’altezza della situazione, a scelte spesso non condivisibili e a un supporto nei fatti insufficiente a garantire il diritto allo studio di tutti gli studenti.
Il 20 aprile abbiamo incontrato il sottosegretario De Cristofaro, il quale ha condiviso la proposta che USB porta avanti da tempo: l'assunzione dei precari che hanno maturato tre lavorativi (180x3) attraverso un concorso per titoli e servizio.
La procedura concorsuale proposta dal ministero, al contrario, presente molteplici criticità. La quantità di posti messi a concorso è insufficiente (tra ordinario e straordinario, ricordiamo, si parla di meno di 50.000 posti, a fronte di un precariato stabile di circa 200.000 docenti). Il decreto pretenderebbe di organizzare un concorso con la partecipazione di centinaia di migliaia di persone, in una fase di emergenza drammatica, senza potere prevedere tempistiche e modalità che consentano la tutela della salute di ogni cittadino. Come se nulla fosse, si discute di accorpamenti tra regioni, di spostamenti di massa, perché, come ormai avviene da troppi anni, i posti sono concentrati in alcune regioni del nord: i precari del sud si sposteranno.
Troviamo inoltre assolutamente illegittima la preclusione alla procedura straordinaria per quegli insegnanti che hanno lavorato su posto di sostegno. Il loro lavoro, infatti, è imprescindibile, considerata l'assenza di insegnanti specializzati e la necessità oggettiva di assicurare il diritto allo studio degli studenti più fragili. Non è stata una loro scelta quella di lavorare senza titolo di specializzazione: i percorsi TFA sono estremamente limitati negli accessi (anche il prossimo bando prevede una quantità irrisoria di posti) a fronte di una necessità sempre più elevata, oltre che estremamente costosi.
Ricordiamo al ministro e ai suoi collaboratori che, ad oggi, i contratti stipulati con questi lavoratori sono sempre contratti sulla classe di concorso di appartenenza, ma su posto di sostegno: quella del sostegno non è una classe di concorso a sé stante, ma un elenco di specializzati.
In un contesto del genere, a peggiorare le cose, sono stati bloccati gli aggiornamenti delle Graduatorie di Istituto di seconda e terza fascia senza un motivo reale e oggettivo. L’urgenza della riapertura è dettata dalla necessità di fornire tutele all’amplissima fascia di insegnanti che da almeno due anni sta lavorando attraverso la “Messa a Disposizione”, metodo di reclutamento che si basa su criteri assolutamente discrezionali e sul quale sono in atto continue speculazioni da parte di agenzie private con l’invio a pagamento delle MaD.
Mai come oggi USB Scuola è certa della necessità di un ricompattamento delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola, di ruolo e precari, contro le scelte scellerate del Ministero dell’Istruzione.
Per questi motivi, invitiamo a partecipare all'assemblea nazionale tutti i lavoratori della scuola organizzati e non, sabato 9 maggio per organizzare insieme le mobilitazioni.
Perché ora la pazienza è davvero finita!
USB Pubblico Impiego - Scuola