Sistema Formativo Integrato 0-6, USB: il sistema va rimodulato con l'apporto prezioso delle lavoratrici

Nazionale -

Con la tavola rotonda organizzata e trasmessa in diretta Facebook e su altri canali social venerdì 29 maggio u.s., l’ Unione Sindacale di Base ha avviato un percorso di confronto nazionale sul Sistema Formativo Integrato 0/6, sia a gestione diretta che esternalizzato, tra lavoratrici del settore, professionisti, genitori e parte politica.

Gli interventi che si sono susseguiti hanno cercato di toccare i diversi aspetti che contraddistinguono il delicato lavoro di educazione, di relazione e di cura dei servizi rivolti all'infanzia, con un'attenzione particolare a quelle problematiche, derivanti dalla grave pandemia che ha colpito il nostro Paese, che caratterizzano specificatamente il mondo della Scuola e di conseguenza milioni di bambin* e ragazz*.

L’utilizzo della Dad (o Lead - legami educativi a distanza – nel caso dei bambini da 0 a 6 anni) oltre a far emergere l’inadeguatezza dello strumento, ha messo a nudo e accentuato le differenze e le disuguaglianze sociali, culturali ed educative che affliggono il nostro Paese.

Le soluzioni finora individuate da parte del Governo e pubblicate nelle Linee Guida per i centri estivi ricreativi, risultano evidentemente inadeguate e inapplicabili dal punto di vista del rischio del contagio - in particolare la misura del distanziamento sociale - e decisamente carenti in ambito psicopedagogico.

Questi elementi valgono ancora di più per quanto contenuto nella relazione del CTS per il rientro a scuola a settembre, nella quale appaiono con tutta evidenza timidezze ed equilibrismi al fine di evitare di affrontare quel cambio di passo e quegli interventi a livello economico e strutturale di cui la Scuola necessita.

Inoltre, in tutti i documenti ufficiali, la fascia di età 0-3 anni è la grande assente, mentre per le specificità educative e di cura, proprio a causa della peculiarità e delle difficoltà nell'applicazione delle misure di prevenzione al contagio, necessita di un'analisi più approfondita e del coinvolgimento di tutti i soggetti interessati. Invece sembra, pur non esplicitata, che la scelta sia stata quella della delega agli Enti Locali di ogni decisione relativa ai servizi 0-3, strada pericolosa che, inoltre, rinnega tutto il percorso sulla prospettiva 0-6.

Di fatto, la rimodulazione del servizio 0/6 non può essere praticata senza l'apporto prezioso delle lavoratrici che, attraverso la loro concreta esperienza quotidiana e decennale, darebbero un contributo decisivo per riprogettare i servizi all'infanzia e farli ripartire nella maniera migliore.

Elementi imprescindibili per la riapertura dei servizi sono prioritariamente la diminuzione del rapporto numerico educatore/insegnante - bambin*, l’incremento degli organici, la formazione di gruppi/classe poco numerosi e la riorganizzazione degli spazi esistenti, sia chiusi che all’aperto, oltre che il l’individuazione/recupero di nuovi.

Inoltre va tenuta presente la necessità di una rielaborazione dell’accaduto, attraverso una formazione professionale adeguata, di tutela della salute e sicurezza e un costante sostegno psicologico che sia in grado di inserire sia le lavoratrici che i bambin* con le loro famiglie in un percorso di resilienza.

Altra criticità è rappresentata dalla notevole presenza di precariato che in questo momento più che mai ha visto deteriorarsi e spesso evaporare la propria condizione di lavoro, prefigurando una grave crisi occupazionale. Di contro, una riorganizzazione che tenga presente le nostre proposte permetterebbe la stabilizzazione e/o assunzione di diverse migliaia di lavoratrici/tori. In generale, l'incremento ed il rilancio dei servizi pubblici nella loro totalità permetterebbe inoltre la reinternalizzazione di servizi e centinaia di lavoratrici /tori del terzo settore.

Di certo la pandemia non ha determinato la crisi del Sistema Formativo Integrato 0-6, né della scuola in generale, ne ha soltanto ulteriormente evidenziato le numerose criticità, già da tempo determinatesi, ma è altrettanto certo che la serietà del momento necessita di una concreta assunzione di responsabilità della politica e di impegni che permettano realmente l’inversione di tendenza.

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