SMART WORKING E PASSAGGI DI AREA QUALCHE CHIARIMENTO MA NESSUN ACCORDO

Roma -

(47/20) Ieri pomeriggio si è tenuto un lungo incontro del tavolo sindacale in conference call, al quale come sempre la USB non è stata invitata per il solito motivo di non aver firmato l’ultimo contratto collettivo nazionale.

MISURE DI SOSTEGNO A LAVORATORI E IMPRESE

Buona parte della discussione è stata assorbita dall’esigenza di garantire un supporto al settore degli ammortizzatori sociali in un momento in cui si stanno concentrando su quegli uffici le misure che il governo sta assumendo per sostenere lavoratori e imprese a seguito dell’emergenza sanitaria che è già diventata anche emergenza economica. Sarà costituita una task force temporanea in direzione generale reclutando il personale su base volontaria.

REGOLAMENTAZIONE DELLO SMART WORKING

Il direttore generale si è reso disponibile a raggiungere un accordo per il riconoscimento del buono pasto all’interno di una regolamentazione del lavoro in smart working che dovrebbe prevedere anche una rotazione del personale su diverse fasce orarie così da alleggerire il sistema informatico, ferma restando la durata dell’orario di lavoro giornaliero che sarebbe tuttavia articolata in turni differenti. La gravosità dell’articolazione oraria dovrebbe essere compensata con un’indennità riconosciuta a tutto il personale. Perché barattare il diritto al buono pasto con una gravosità dell’orario? Il direttore generale si è riservato di presentare il testo di un accordo che regolamenti lo smart working in questa emergenza sanitaria. A nostro avviso nell’accordo deve trovare spazio il riconoscimento della maggiorazione oraria per chi assicura il servizio di sportello telefonico, maggiorazione prevista nel CCNI 2018 per l’attività di front-office, mentre è davvero assurdo che nessun sindacato abbia tuonato contro l’obbligo di fruizione delle ferie pregresse 2018 e 2019 imposto da diversi dirigenti.

PIANO DEI FABBISOGNI E PASSAGGI DI AREA

L’amministrazione ha presentato alle organizzazioni sindacali presenti al tavolo il nuovo Piano dei Fabbisogni con il Piano per le nuove assunzioni ed i possibili passaggi verticali di area. Questi i numeri. Nel 2020 saranno possibili 947 passaggi dall’Area B alla C, a cui si aggiungeranno nel 2021 altri 268 passaggi per un totale di 1.215 passaggi nel biennio, a fronte di una stima attuale di 1.167 laureati di Area B. Sull’effettivo numero di laureati manteniamo le nostre riserve e rinnoviamo la richiesta di una più precisa ricognizione. Per quanto riguarda l’Area A risultano attualmente 306 diplomati e nel 2020 saranno possibili solo 14 passaggi in Area B e nessun passaggio nel 2021. E’ fin troppo ovvio che non può essere questa la strada per superare il problema del mansionismo. I passaggi di area saranno effettuati prima della pubblicazione del bando per il nuovo concorso pubblico per 1.853 Consulenti della protezione sociale. Dubitiamo che sarà effettivamente questa la tempistica che seguirà l’amministrazione e francamente non ne comprendiamo la ratio. Dall’emanazione del concorso pubblico all’assunzione passeranno almeno 6/8 mesi, durante i quali, se si vuole, si possono agevolmente avviare e terminare le selezioni per i passaggi di area. Va invece chiarito che per poter utilizzare tutti e 947 posti nel 2020 bisognerà attendere la determinazione del Piano dei Fabbisogni da parte del presidente, che sembra giustamente intenzionato a far assumere tale decisione al CdA dopo che il 15 aprile si sarà insediato ufficialmente all’INPS. Successivamente il Piano dei Fabbisogni sarà trasmesso ai ministeri vigilanti ed occorrerà attendere un DPCM che autorizzi assunzioni e passaggi di area. A nostro parere prima di giugno non sarà possibile ottenere il decreto, quindi le selezioni non potranno che essere emanate dopo quella data. Per accelerare i tempi si potrebbe verificare la fattibilità di bandi per il numero di passaggi relativo a 2018-2019, scorrendo successivamente le graduatorie con i posti che saranno resi disponibili dal DPCM. Tuttavia ieri pomeriggio non è stato raggiunto alcun accordo sui passaggi di area perché tutte le organizzazioni sindacali hanno chiesto procedure esclusivamente per titoli e l’assenza del presidente e del direttore generale al momento della discussione su tale tema ha impedito di avere risposte esaustive, dal momento che l’amministrazione dovrebbe assumere l’impegno a porre un quesito al Dipartimento della Funzione Pubblica sulla possibilità di tale scelta. Tutto rinviato, quindi, al prossimo incontro.

 

Speriamo che questa volta non ci sia una nuova reazione isterica da parte dei sindacati che partecipano al tavolo sindacale per questo nostro resoconto della riunione. Siamo il secondo sindacato dell’INPS per rappresentatività certificata, ossia per numero di iscritti e voti raccolti alle ultime RSU del 2018. Per far contenti quei sindacati che con voce stridula richiamo il rispetto delle regole da loro imposte che dovremmo fare, sparire dall’INPS? Se lo sognano!!!   

 

 

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