Sotto attacco il diritto di sciopero e quello a manifestare: in ballo ci sono le libertà di tutti

Roma -

Per bocca del sottosegretario Durigon, il governo torna ad attaccare il diritto di sciopero, mettendolo in contrapposizione con quello di tutti ad andare in vacanza. Nonostante l’Italia abbia la legge sugli scioperi più restrittiva d’Europa, ora il sottosegretario leghista sta proponendo di vietare gli scioperi nei fine settimana: è la vecchia fobia di Salvini che si ripropone sotto una nuova versione. L’attacco però è a tutto campo e chiama in causa anche lo sciopero dei metalmeccanici e la manifestazione di Bologna della Fiom dove gli operai hanno invaso la tangenziale. Immediata è stata la reazione della Questura che ha preannunciato denunce in base al nuovo decreto sicurezza .

Le proteste sono indigeste a questo governo, preoccupato di non avere risposte serie in materia di salari (altro che vacanze con questi contratti!), e la repressione è l’unica vera risposta che intendono mettere in campo.

E’ un segnale però che la protesta di ieri ha colpito nel segno. Mettere assieme il tema dei salari e dei contratti ancora aperti con quello dei clamorosi spostamenti di risorse verso la guerra sta lasciando il segno.

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai lavoratori che ieri a Bologna hanno manifestato esattamente nel modo in cui da più di cento anni gli operai hanno sempre fatto (anche se da cgil cisl e uil non ne riceviamo mai quando fioccano denunce e arresti per comportamenti analoghi messi in atto nella logistica da lavoratori organizzati con USB).

Vanno però segnalate le dichiarazioni fuori luogo dei dirigenti della Filt Cgil che mostrano di non aver capito la portata dell’attacco e provano ad indirizzare l’azione repressiva del governo nei confronti degli scioperi che definiscono “minoritari”. Il diritto di sciopero appartiene a tutti i lavoratori e non a qualche sigla sindacale e va difeso sempre e comunque. Se i lavoratori vi aderiscono in pochi gli effetti saranno minori e pertanto non dovrebbero essere fonte di preoccupazione. Accogliere invece le tesi della controparte dimostra una grande miopia politica e conferma, una volta di più, la subalternità anche culturale alle posizioni della destra. Del resto, per anni sono state assecondate le spinte alla restrizione delle libertà sindacali da parte di cgil, cisl e uil, sperando che esse fossero funzionali a fermare il sindacalismo indipendente e conflittuale. E oggi che quella scelta rischia di trasformarsi in un boomerang anche per loro, c’è il rischio che ancora non abbiamo imparato la lezione.

In ballo ci sono le libertà di tutti e il diritto a ribellarsi ad una condizione sempre più pesante, sul piano economico e normativo e sul futuro da incubo che ci stanno propinando.

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