SPENDI, SPANDI, SPENDING REVIEW

Nazionale -

In allegato il comunicato

Per meglio far ingoiare  l’amara pillola dei tagli e dei sacrifici  imposti dalla troika economica (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Commissione Europea), sono ormai entrati nel lessico quotidiano termini mutuati dall’inglese quali “fiscal compact” e “spending review”.

Con il primo termine – ed il suo inserimento nella Costituzione – ci siamo legati al vincolo indissolubile del pareggio di bilancio ad ogni livello, sia  nazionale che locale.

Con il secondo i governi nazionali hanno fatto intendere che sarebbero stati aggrediti gli sprechi, le spese inutili ed improduttive, che sarebbero state eliminate le sovrapposizioni e le duplicazioni dell’intervento statale e territoriale…

Cosa è invece accaduto realmente?

La spending-review anziché colpire i veri sprechi della P.A. dove si annidano corruzione e sperpero di denaro pubblico, si è tradotta esclusivamente nei cosiddetti  tagli lineari.

Tagli che stanno producendo, attraverso la riduzione degli organici e gli esuberi di personale, un forte ridimensionamento della “macchina pubblica” e che si sommano a quelli già realizzati attraverso  il blocco del rinnovo dei contratti, il blocco del turn-over,  la limitazione delle assunzioni…

Tagli che  producono i loro effetti anche sulla qualità e sull’accessibilità dei servizi pubblici posti alla mercè del privato (sociale o industriale che sia, come dimostra il recente patto siglato tra sindacati complici e confindustria).

Tagli che hanno ricadute dirette sui cittadini soprattutto in quei settori  di attività a più diretto contatto con il pubblico (chiusura di servizi ospedalieri, chiusura di tribunali, inutilizzo di scuole e nidi appena costruiti, forte riduzione delle risorse destinate all’edilizia scolastica, alle docenze, ai collaboratori scolastici, alla pulizia).

E ancora: riduzioni degli stanziamenti destinati alla spesa sociale per Comuni, Province e Regioni, riduzioni e accorpamenti di sedi periferiche (che comportano un carico di mobilità maggiore per l’utenza), avvio del percorso di costituzione di un’agenzia autofinanziata in luogo della Motorizzazione Civile, accorpamento degli enti previdenziali, aumento della tassazione per gli studenti universitari...

Quello che colpisce è che di contro  non sono stati minimamente messi  in discussione il miliardo e 300 milioni di Euro della spesa per le consulenze, le ingenti risorse riversate nella TAV Torino–Lione, nella società Stretto di Messina, nell’acquisto dei caccia F35 o nel sistema Forza-Nec per l’esercito, il costante utilizzo di immobili in affitto (nonché la loro avvenuta cartolarizzazione), così come il sostegno finanziario assicurato all’Europa per il salvataggio delle banche (45 miliardi di euro oltre agli interessi), o la grana dei derivati scaricata principalmente sulle amministrazioni locali.

E allora? Non ci resta che scioperare il prossimo 18 Ottobre e cantargliene quattro sul vecchio adagio di Rino Gaetano “Spendi, Spandi, Spandi, Spendi, Effendi”, visto che chi spende e spande ha risparmiato solo con i lavoratori e con i cittadini.

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