Precari PNRR Giustizia: basta aspettare, è ora di stabilizzare!
Tranne qualche indiscrezione, non supportata finora da fatti concreti, il Governo Meloni continua ad ignorare la questione stabilizzazione dei precari del PNRR Giustizia.
Un silenzio inquietante se è vero che, come si continua a leggere sui giornali, grazie ai precari è in atto lo smaltimento dell’arretrato cronico per raggiungere gli obbiettivi del PNRR e che si intravede la possibilità di andare verso una Giustizia più veloce e puntuale.
Non stabilizzarli, significherebbe perdere personale formato e già inserito nella complessa organizzazione del lavoro del Ministero e degli uffici giudiziari buttando al vento, come ormai si è soliti fare, un investimento che andrebbe invece capitalizzato. Una cosa che in realtà sta già accadendo perché davanti ad una situazione di provvisorietà senza prospettiva, i precari non esitano a scegliere altre opzioni laddove queste si presentano.
La mancata stabilizzazione dei precari della Giustizia diventa emblematica dell'azione di un Governo preoccupato esclusivamente di continuare ad incassare le rate del PNRR, senza porsi il problema di cosa resterà ai cittadini, al Paese reale. Così, invece di stabilizzare prioritariamente i lavoratori precari, si dilapida il patrimonio rappresentato dalle loro professionalità e si dà luogo a ridondanti quanto costose procedure concorsuali.
Siamo di fronte ad un Governo tanto veloce ad assegnare le poltrone, quanto incapace di programmare un investimento che serve al Paese in un settore che da decenni soffre di una cronica carenza di organico.
I precari della Giustizia sono gli unici lavoratori del PNRR a non godere di una qualche norma specifica di stabilizzazione, così come già accaduto per quelli della PCM e per quelli dell’agenzia di coesione.
Ormai da molti mesi, su tutti i tavoli di confronto con il Governo, l'USB sollecita un intervento legislativo che dia un’immediata prospettiva a chi tutti i giorni continua a dare il proprio contributo al Paese nell’incertezza totale sul proprio futuro, in un momento della vita in cui servono sicurezze.
A fronte della mancanza di volontà del Governo, di vaghe e confuse dichiarazioni del Ministro Nordio, aspettare, come consiglia qualcuno, serve solo a chi non vuole disturbare il manovratore.
Dobbiamo invece diventare “un problema”! Una questione cui dare risposte concrete!
Per questo il 13 febbraio i precari della Giustizia si mobilitano manifestando in tante città del Paese, con una sola parola d’ordine
STABILIZZARE TUTTI E SUBITO!
Verso il PRESIDIO NAZIONALE di giovedì 22 febbraio davanti al Ministero della Giustizia a Roma