SVENDUTI PER UN PIATTO DI LENTICCHIE… E FORSE NEANCHE QUELLO!

Nella serata di ieri è stato firmato l’accordo “elettorale” sul rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici tra Governo e Sindacati fedeli.
Un accordo nel quale non c’è nulla di concreto, ma che è pieno di impegni, condivisioni e promesse, neanche condivisibili. A partire dall’aspetto economico con gli 85 euro lordi medi di aumento, peraltro dal 2018, che sono una cifra lontanissima rispetto a quanto perso dai lavoratori pubblici nei sette anni di blocco contrattuale.
Anche sulla Legge Brunetta gli impegni assunti dal Governo rimangono estremamente generici e sono lontanissimi dalla sua totale abrogazione come chiesto invece esplicitamente da USB nell’incontro avuto lunedì con il Governo. Di fatto viene confermata e condivisa la filosofia della “meritocrazia”, seppure declinata in modo diverso da quanto fatto finora, al punto che i sindacati complici si candidano ad esserne co-gestori. “Sistemi di valutazione”, “obbiettivi di produttività”, diventano patrimonio del sindacato che perde definitivamente la propria funzione e diventa sostanzialmente un doppione della parte datoriale.
A conferma di ciò, in funzione del “miglioramento della qualità dei servizi per i cittadini”, i sindacati insieme ai datori di lavoro puntano sugli indicatori dell’efficienza delle amministrazioni legandola alla produttività collettiva. Neanche una parola sugli investimenti necessari a rendere realmente più efficiente la Pubblica Amministrazione! Neanche un accenno ai danni prodotti dalla Spending Review e subiti dai cittadini! Nulla sulle politiche di smantellamento del settore pubblico e del blocco del turn over! Anzi attraverso la promozione del welfare aziendale si punta palesemente a promuovere ulteriormente l’avanzamento del privato nel terreno dei servizi dalla sanità alla previdenza.
Non solo! I sindacati si impegnano anche all’applicazione della riforma Madia, condividendone quindi i contenuti.
Insomma un accordo elettorale, costruito con metodi a dir poco antidemocratici, con il quale il Governo tenta di incassare consenso in funzione referendaria dando in cambio ai sindacati complici qualche ora di protagonismo, ma dal quale i lavoratori non portano a casa nulla!
Ne riparleremo quando, terminata la passerella elettorale, si farà davvero il contratto e USB darà battaglia per far avere ai lavoratori quanto gli è dovuto sia in termini economici che di diritti! Niente è stato già scritto!
Siamo certi che su questo accordo i lavoratori pubblici si pronunceranno già dal prossimo 4 dicembre con un sonoro NO alla controriforma costituzionale, al Governo, all’accordo truffa e ai sindacati complici che lo hanno firmato!

Scarica La piattaforma USB per il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego 2022-2024

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