Usb P.I.: vogliamo incrementi stipendiali veri. No ai benefit al posto dell'aumento contrattuale
No agli sgravi fiscali e ai benefit aziendali al posto di un aumento contrattuale per i lavoratori del pubblico impiego che deve essere adeguato alla crescita del 10% dell’indice IPCA (Indice Prezzi al Consumo) registrata negli otto anni di blocco della contrattazione.
USB chiede 300 euro di aumento contrattuale uguale per tutti e respinge senza indugio l’intenzione del Governo di inserire nella prossima manovra di Bilancio misure per incentivare il welfare aziendale, così da integrare le scarse risorse destinate al rinnovo dei contratti nel pubblico impiego e rispettare i patti al ribasso sottoscritti con i sindacati amici CGIL-CISL-UIL nel protocollo del 30 novembre 2016.
Voucher per pagare asili nido e babysitter, borse di studio per i figli, abbonamenti per autobus e metro, detassazione dei premi di produzione e dei versamenti alla previdenza complementare privata, buoni per la spesa. Queste alcune delle probabili forme di welfare aziendale che si vorrebbero introdurre, quantificandole come parte del rinnovo contrattuale.
USB farà sentire la propria protesta all’Aran e in Funzione pubblica, rivendicando un adeguato incremento dello stipendio tabellare e la stabilizzazione del salario accessorio nella retribuzione certa e stabile, per uscire dal ricatto degli incentivi e stabilire uno stipendio certo, sul quale il lavoratore possa contare tutti i mesi.
Unione Sindacale di Base P.I.