Elezioni Rettore Università di Pavia: qual è il nesso tra gli appalti universitari e lo sfruttamento della manodopera nella piccola ristorazione? Sono figli dello stesso sistema

Pavia -

Ieri sera, ore 21,00, presso il collegio Cairoli di Pavia si è tenuto uno dei molti confronti tra i tre candidati alla carica di Rettore dell'Università degli studi di Pavia, per mera cronaca, due uomini e una donna. Per tutti abbiamo deciso di non fare nomi, non siamo soggetto in causa all'interno della campagna elettorale.

Dopo le domande di rito e le risposte di rito dei tre candidati e di cui non entriamo nel merito perché non sono, per noi e per i nostri obiettivi, determinanti, abbiamo deciso seduta stante di porre la prima domanda proveniente dalla platea in ascolto: L'Università degli studi di Pavia. Si tratta di un'istituzione  sede di uguaglianza,  democrazia, luogo di rispetto dei diritti, Libertà, di cultura  egualitaria  dove vengono rispettate le differenze di genere, politiche e di religione, aperta al dialogo e al confronto e luogo di socialità (lo hanno affermato, grossomodo tutti e tre i tre candidati) ma, aggiungiamo noi, dove poco si parla di diritti sociali. Presenti in sala ci sono quei lavoratori che tutti i giorni aprono i cancelli, che tutti i giorni aprono le aule, che le puliscono e le rendono vivibili al personale docente  e agli studenti e a molte altre figure, visi familiari che tutti conoscono. Siamo certi che molti rimangono convinti che questi siano dipendenti dell'università. Sbagliato. Sono lavoratori sfruttati da soggetti imprenditoriali che campano di appalti al ribasso messi sul "mercato" dalla stessa Università. Questo dentro le mura. Fuori dalle mura, invece, esiste un esercito di lavoartori iper sfruttati, di cui la maggior parte studenti lavoratori, che opera nel settore della piccola ristorazione con salari ancora più da fame di quelli, già poveri, dei lavoratori in appalto, con contratti a tempo determinato a chiamata che vengono occupati spesso a "grigio" quando non interamente a "nero". A Pavia siamo riusciti ad istituzionalizzare un tavolo a contrasto di questo "sistema" facendo leva sull'attuale Amministrazione Comunale a cui partecipano tutte le parti sociali (anche altri sindacati), esponenti della Giunta Comunale e rappresentanti di soggetti deputati al controllo come Ispettorato del lavoro, INPS ecc.

La domanda è stata secca, chiediamo un si o un no.

Appalti:

  • Volete assumere l'impegno di valutare un'eventuale fattibilità di internalizzazione o volete che l'istituzione Universitaria continui a comportarsi come un "padrone" qualsiasi permettendo che lavoratori che operano  per l'ente, continuino ad essere sfruttati e mal retribuiti?

Studenti lavoratori:

  • Volete che l'Università di Pavia possa continuare a girarsi dall'altra parte per lasciare indisturbati parte dei piccoli ristoratori  che sfruttano i suoi studenti permettendo cosi che venga insegnata per bene la cultura che allo sfruttamento non  c'è possibilità se non subirlo o, per quanto possibile, intervenire al tavolo istituzionale (Osservatorio contro lo sfruttamento nella piccola ristorazione) nel tentativo di arginarlo?

Le risposte sono state per lo più vaghe se non addirittura fuori contesto ("arginare la precarizzazione". Non è la questione che, per quanto grave e da affrontare anch'essa,  abbiamo posto.

In merito all'internalizzazione grossomodo estato da tutti fatto riferimento ad un'obbligata attenzione alla sostenibilità economica di un'eventuale internalizzazione dei servizio in appalto dove però va evidenziata la dura presa di posizione dell'unica candidata donna che senza mezze misure ha affermato che non è più possibile tollerare né appalti al ribasso né  che per uno di questi risulti vincitrice da decenni la stessa società, mentre per lo sfruttamento degli studenti lavoratori l'unico riscontro accettabile e arrivato da un solo candidato che ha ufficialmente sostenuto che il silenzio dell'Università non può proseguire e che la stessa dovrebbe quanto meno provare a capire come poter essere utile all'interno dell'Osservatorio contro lo sfruttamento nella ristorazione.

Ora non possiamo fare altro che attendere l'esito delle elezioni e pianificare come affrontare nel merito e nell'immediato futuro questi due punti non rinviabili.

Lo sfruttamento del lavoro dentro e fuori dall'Università e figlio dello stesso sistema.

 

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