Sbloccate 5mila assunzioni nel Pubblico Impiego, USB: bene, ma nel decreto mancano risorse per il ricambio generazionale, la stabilizzazione dei precari e l'estensione delle graduatorie
Firmato dai ministri Bongiorno e Tria il decreto per sbloccare 5mila assunzioni nel Pubblico Impiego, rivolte soprattutto al comparto delle funzioni centrali, e per autorizzare mobilità e scorrimento di graduatorie. Dalla lettura del testo ci sembra non si sia evitato, purtroppo, il rischio di procedere su sentieri già tracciati dai precedenti governi, e dalla recente legge "Concretezza" che guardano alla Pubblica Amministrazione più in un’ottica di controllo che come risorsa per il Paese.
Che si ricominci ad assumere, con lo sblocco totale del turnover, ci sembra cosa positiva e, soprattutto, necessaria in una PA ridotta ai minimi termini e nella quale l’età media dei lavoratori è tra le più alte d’Europa, ma nel decreto appena approvato mancano totalmente le risorse economiche necessarie per assicurare il ricambio generazionale e garantire condizioni dignitose e sicure di lavoro, e misure a favore per la stabilizzazione di centinaia di migliaia di precari ed LSU. Inoltre era necessario estendere ulteriormente la validità delle graduatorie approvate per salvaguardare i diritti degli oltre ottantamila idonei che attendono di entrare nella PA.
L'Unione Sindacale di Base ribadisce l’urgenza di un vero cambio di passo che, a cominciare dalle assunzioni, rimetta al centro della discussione le reali esigenze di una Pubblica Amministrazione al servizio dei cittadini e, in particolare, delle fasce più duramente colpite da oltre 10 anni di crisi e politiche di austerità.
USB Pubblico Impiego